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martedì 6 novembre 2012

Rapsodia in nero sul Grande Martedì

di Alberto Capece

Scheda perforata utilizzata dall'Ufficio della razza
La vittoria di Obama è scontata, anzi no sarà una gara all'ultimo voto. Queste due affermazioni che si rincorrono sul web e sui media sembrano in contrasto, ma in realtà sono entrambe vere. Il sistema elettorale americano prevede infatti che non si elegga direttamente il presidente, ma una serie di rappresentanti i quali solo successivamente (questa volta il 17 dicembre) eleggeranno a loro volta il presidente.
Ogni stato dell'Unione ha un numero di Grandi Elettori  pari ai deputati e ai senatori che esprime, ma è proprio qui viene l'inghippo: se gli "onorevoli" sono in numero grosso modo proporzionale alla popolazione, i senatori sono sempre due per ogni stato, piccolo o grande che sia. Questo crea un'assimetria per cui gli stati meno popolati hanno un peso in proporzione maggiore rispetto a quelli grandi: il piccolo Vermont con i suoi 600 mila abitanti ha 3 rappresentanti contro i 55 della California dove vivono 35 milioni di persone. Se ci fosse una relazione precisa lo stato del Golden Gate dovrebbe averne 130. Ecco perché è abbastanza complicato fare previsioni. A questo aggiungiamo poi che i 50 stati tranne due (Maine e Nebraska) hanno il sistema maggioritario per cui anche con pochi voti di differenza un candidato può assicurarsi tutti i voti elettorali di uno stato.

Lo so, sono stato prolisso in questa spiegazione, ma in parte è necessario per ciò che mi propongo di dire. Visto che la struttura federale degli Usa ha portato i costituenti ad attribuire un numero uguale di senatori ad ogni stato e che quindi la differenza la fanno i soli congressisti, diventa vitale per il sistema americano essere aggiornati sulla popolazione di ogni singolo stato. Già così non è affatto impossibile che possa vincere in candidato di minoranza, ma se poi il dato sulla popolazione degli stati non fosse aggiornato si rischierebbe il caos totale. Per questo dal 1790 in poi si decise di fare ogni dieci anni un censimento globale della popolazione.
Una cosa complicata, ma fattibile se si trattava di 4 o 5 milioni di persone su tutto il territorio come all'inizio, ma quando la popolazione cominciò a crescere impetuosamente i dati dei censimenti rischiavano di arrivare con molti anni di ritardo e quindi di fallire lo scopo per il quale venivano fatti.
Fu così che ai primi del Novecento l'amministrazione Usa decise di provare le prime macchine tabulatrici, che utilizzavano le famose schede perforate  rimaste in uso fino a tutti gli anni '70 e oltre dello scorso secolo. Tanto che ancora adesso sopravvivono le macchine per la loro realizzazione: i biglietti di Trenitalia, sono esattamente lo standard usato dai vecchi meccanografici.

Ma torniamo indietro: venne indetto un concorso e fu vinto dalla Tabulating Machine Company, un' azienda fondata da un ingegnere meccanico di origini tedesche, Herman Holleritth. Fu così possibile avere i risultati del censimento del 1910 a solo un anno dalla raccolta dei dati, cosa che invece con i metodi tradizionali avrebbe richiesto un periodo di tempo sei o sette volte superiore nel migliore dei casi.

E qui comincia la storia oscura, che ci porta nel mistero dell'imprevedibilità degli eventi. Dopo qualche anno, Hollerith cedette in parte la sua azienda che dopo varie vicende fusioni e trasformazioni divenne nel 1924 l' International Business Machines Corporation. Cioè l'Ibm. Ma quell'International non era messo lì per far bella figura, avevo un senso preciso, perché Hollerith nel 1910 si era trasferito in Germania creando la Dehomag , ovvero la Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft con molti rapporti con la ditta originaria americana. Dopo la morte di Hollerith nel 1929, la Dehomag finì per diventare una controllata della Ibm. Ma purtroppo non solo di quella, anche del regime nazista che ne individuò le grandi potenzialità nel controllo della popolazione e successivamente come strumento per rintracciare le persone di origine ebraica in tutta Europa.Con i metodi tradizionali la Shoa non sarebbe stata possibile nelle dimensioni che conosciamo.
E' una storia ancora nascosta perché Ibm muove tutte le sue pedine che coprire il più possibile la vicenda di collaborazione tecnologica con la Dehomag, per non parlare delle royalties direttamente pagate dallo stato tedesco che corsero almeno fino al 1941. Ma dopo l'entrata in guerra degli Usa i contatti continuarono, passando attraverso la sede Ibm di Ginevra.
Insomma quando saremo accomodati a goderci le elezioni americane, magari attraverso un computer, possiamo essere certi di quanta inattesa e a volte terribile storia corra dietro il monitor.  


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