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mercoledì 14 dicembre 2011

Razzismo di fantasy


di Alberto Capece Minutolo

Da ragazzo mi piaceva la fantascienza e anche qualcosa della letteratura fantastica quando non era intrisa di ovvio o di magico a buon mercato e strumentale : mentre cercavo di aprirmi al mondo e di capirlo in qualche modo, la narrazione di  percezioni  e universi straordinari non era una fuga dal compito principale dell'adolescenza, ma anzi arricchiva l'esplorazione della realtà con  la dimensione del possibile e del concepibile che ne fanno parte integrale. Così in un certo senso la seconda parte del precetto hegeliano che di solito lascia perplessi - tutto ciò che è razionale è reale - mi risultò subito chiara se non affine. Per questo mai mi avrebbe sfiorato l'idea che lettori della Trilogia di Asimov o di Andromeda, persone in grado di apprezzare Poe, Lovekraft o il primo King, potessero covare dentro di loro forme di odio radicale per la diversità  e degradare l'immaginazione da apertura a chiavistello delle proprie ossessioni.

Certo qualche anno più tardi  Tolkien mi ha fatto capire quanto sia tranquillizzante per l'uomo di destra la narrazione di un mondo conchiuso dentro di sé e per sempre immobile, denso di eventi, ma refrattario ad ogni possibilità di cambiamento e di progresso. Ad ogni vera avventura, alea e  rischio. Però con tutto questo è chiaro che tra la passione letteraria di Gianluca Casseri e la sua militanza razzista o la frequentazione e simpatia per Casa Pound, ( dal sito sono stati prontamente rimossi i suoi interventi) dove le fumisterie di un anticapitalismo confuso al servizio di un capitalismo bottegaio, si mescolano alle notti di San Pietroburgo e al negazionismo più avvilente, c'è o ci dovrebbe essere uno iato difficilmente colmabile.

Ma così non è: nell'ambiente italiano dominato sociologicamente dal familismo, dallo spirito di clan, dal bisogno di di corporazione e pervaso da uno spiritualismo di origine cattolica avverso al concetto stesso di trasformazione, dunque di "moderno", ogni apparizione della diversità e di "inventio"  rimane un oggetto etereo, quasi un concetto limite per segnare il limite tra valori di una tradizione, spesso frusta e ipocrita e il mondo altro che esiste solo come  esercizio di fantasia o come l'attraente nemico di Schmitt. E questo il brodo di coltura in cui si è immersa la "melancolia" di Casseri, ragioniere taciturno e introverso. La fantascienza o la fantasy non era altro che un punto di fuga senza effetti prospettici. La realtà del proprio mondo prigionierara è intangibile e non può essere toccata dal reale.

Prova ne sia il lungo scritto che l'anno scorso Casseri lasciò sulle perverse pagine di un sito negazionista il cui titolo è un programma: "Olodogma - Biblioteca revisionista su oloca$h e truffa $sterminazioni$sta", qualcosa che probabilmente nel gusto depravato e piccolo borghese degli ideatori forse appare significativo e persino elegante. Il ragionere è costretto a prendere atto della totale demolizione dei celebri Protocolli dei Savi di Sion, il noto libello, che avrebbe dovuto dimostrare l'esistenza di un piano di dominazione mondiale da parte dell'ebraismo.  Dopo aver passato in rassegna tutta la paccottiglia  pseudostorica di cui si nutre questa gente ecco che viene il coup de theatre:  “il problema della loro 'autenticità' è secondario e da sostituirsi con quello, ben più serio ed essenziale, della loro 'veridicità'.” Detto in altre parole: anche se si tratta di un invenzione essa è profetica.

Così si arriva al capovolgimento del mondo per salvare i fantasmi che si agitano dentro la mente dell'autore: se ciò che doveva dimostrare l'esistenza di un complotto è falso, non ha alcuna importanza: è il complotto stesso, a questo punto indimostrato, che rende autentico il falso. Il che ci fa toccare con mano un fatto evidente: che la verità è sempre una faticosa ricerca, mentre la menzogna è una comoda poltrona nella quale si può riposare e sognare finché l'altro, l'inquietudine solo immaginata come difesa non diventa realtà con cui avere un rapporto che cambia le cose. Perché è anche vero il contrario: qualsiasi pensiero comodo e rilassante è una menzogna.

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