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martedì 29 novembre 2011

Evasione fiscale: fare di necessità vizio


di Anna Lombroso

Pare che il nuovo stile piuttosto spregiudicato dei governi europei moderni sia quello di fare di necessità, vizio. Mentre non sarebbe difficile fare virtù senza troppi stravolgimenti costituzionali e senza troppa carneficina di diritti e equità. Certo mi si dirà che i burocrati europei ci mettono fretta, che per certi provvedimenti l’iter parlamentare è troppo impervio, che per qualche misura invece è proprio necessario, che in qualche caso è un optional. E che i gesti simbolici sono inutili e che poi invece bisogna dare un segno e che certi interventi portano benefici trascurabili e che certe azioni non hanno grandi effetti ma sono persuasivi. Insomma molto o poco e il loro contrario.

Sono sospettosa e ho l’impressione che sarà questa la pratica imperante nell’impero degli implacabili contabili, anche per quel che riguarda la lotta all’evasione. Oddio meglio poco e subito del molto impraticabile vagheggiato dai vari altoparlanti tremontiana , compreso un sodalizio con la Svizzera per accedere ai conti dei grandi evasori.
Però per rendere loro la vita un po’ meno dorata ci vorrà qualcosa di più del controllo sulle transazioni di denaro liquido. È abbastanza risaputo che non girano con bauli di talleri d’oro preferendo una catena di riciclaggi a mezzo bonifici o depositi nei paradisi fiscali; oppure il ricorso a pensionati e nullatenenti nostrani. Il 53 per cento dei contratti di locazione, spesso non registrati, delle ville di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Porto Rotondo, Rapallo, Capri, Sabaudia, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a pensionati con la social card, prestanome di ignoti non-contribuenti.

L’evasione fiscale italiana è una delle più pingui del mondo. Secondo le più recenti stime dell´Istat  l´economia sommersa in Italia ha raggiunto nel 2008 circa 275 miliardi di euro pari al 17,5 per cento del Pil. Di questi si stima che 230 miliardi siano propriamente evasione fiscale, con un mancato gettito di 120 miliardi: più del doppio di una manovra emergenziale.
L´Agenzia delle Entrate ha stimato che l´evasione riguarda in particolar modo il terziario e il settore delle costruzioni, dove arriva al 60 per cento del reddito.
È più elevata al Sud, dove raggiunge il 50%, il doppio del Nord in termini relativi, mentre quest´ultimo prevale ovviamente in termini assoluti.
In Europa l´evasione fiscale italiana è preceduta soltanto di pochissimo dalla Grecia con il 20 per cento; è poco più di quella inglese mentre nei riguardi degli altri paesi registra un differenziale che è in media di 10 punti: 11 per cento in Germania, 7 per cento in Francia, 4 per cento in Danimarca, 4 per cento in Spagna e Portogallo (!), 3 per cento in Svezia.

Il differenziale italiano con gli altri paesi è rimasto stabile negli ultimi venti anni, mentre si sono rinnovate con puntuale insistenza le promesse di decine di governi di combattere l´evasione fiscale. Quanto all´Iva, un recente studio promosso dalla Commissione di Bruxelles stima un´evasione di imponibile italiano del 22 per cento contro il 9 per cento in Germania e il 7 in Francia (30 per cento in Grecia).
Per combattere l’attività più fiorente e redditizia di un ridotto segmento di popolazione, a meno che non si voglia limitarsi all’idraulico che ha cambiato la guarnizione, opera peraltro meritoria, come si diceva un tempo occorre la volontà politica. Se c’è quella pochi ostacoli sono davvero insormontabili. Soprattutto se un quadro di riferimento normativo e amministrativo c’è già.
E nel caso dell’evasione saremmo in qualche modo attrezzati malgrado i tentativi del precedente governo di annichilire definitivamente la lotta all’evasione anche grazia al prezioso contributo del ministro Brunetta, oggi sostituito da un suo valido collaboratore.
La conversione del dl 138 ad esempio non prevede più l’obbligo, previsto dal maxiemendamento governativo, di indicare in sede di dichiarazione dei redditi e Iva i soggetti con cui si intrattengono rapporti finanziari.

Ciononostante la possibilità di acquisire una massa critica di dati per costruire “liste” per controlli selettivi, basate sull’incoerenza fra reddito dichiarato e patrimonio mobiliare, ad esempio, sarebbe in larga parte perseguibile utilizzando informazioni e strumenti già a disposizione dell’amministrazione finanziaria, attraverso l’Anagrafe dei conti.
La conoscenza congiunta di reddito e patrimonio complessivo in capo ai singoli contribuenti potrebbe costituire infatti un giacimento nevralgico per l’amministrazione finanziaria. E sarebbe possibile che il funzionamento dell’Isee, l’indicatore che, fin dal 1998, è deputato a misurare la condizione economica di coloro che richiedono l’accesso agevolato alle prestazioni del welfare (asili nido, mense scolastiche, esenzione ticket sanitari, diritto allo studio universitario, edilizia pubblica, assistenza agli anziani, ecc.), tenendo conto non solo dei redditi dichiarati al fisco ma anche del patrimonio mobiliare e immobiliare del nucleo familiare di appartenenza, non avesse una aberrante funzione punitiva ma andasse davvero a stanare le incongruenze.
Riferisce il Cer, Centro Europa Ricerche, che a dieci anni dalla sua introduzione l’Isee ha raggiunto una diffusione molto ampia, arrivando a coinvolgere nel 2009 circa 5,8 milioni di famiglie per un complesso di 17,3 milioni di individui, il 28,8% della popolazione italiana (una percentuale che sale al 49% nel mezzogiorno). Ma purtroppo, il versante dei controlli è il punto più debole dell’intera architettura dell’istituto condizionando la capacità selettiva dello strumento nei confronti del fenomeno dell’evasione.

Se i risultati sono insoddisfacenti, le informazioni e gli strumenti offerti dall’Isee, secondo il Cer, sono una realtà e potrebbero essere utilizzati per dare impulso alla più generale lotta all’evasione fiscale.
Ma come si diceva ci vuole volontà politica e a seconda di chi tiene in mano il coltello c’è il rischio invece di colpire i falsi poveri, di dare addosso ai poveri veri quelli che non possono evadere nemmeno dalla galera dell’indigenza.

1 commento:

  1. Ciao sto scrivendo una tesi sull'evasione fiscale mi potresti dare qualche suggerimento su dei link dove posso trovare i dati a riguardo???

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